Su
iniziativa del suo presidente, Romolo Alecci, la federazione provinciale Ancr
ha deciso di depositare la propria documentazione storica all’Archivio di Stato
di Viterbo.
Dopo
810 ore di lavoro, tra schedatura, ordinamento, selezione e inventariazione,
l’Archivio, composto da tre fondi (Sezione di Viterbo, Federazione e Altre
associazioni), divisi in diverse serie e sottoserie, consta materialmente di
novantasei buste, 545 fascicoli, 5481 sottofascicoli e cinquantaquattro
registri. Tutta documentazione
prodotta dal 1918 al 2000. Il Fondo Altre associazioni è formato da frammenti
di materiale dell’Associazione nazionale del fante (Anf) e dell’Associazione
nazionale mutilati e invalidi di guerra (Anmig) rinvenuti in questo Archivio. Si
pensi soltanto che nella serie Combattenti e reduci del Fondo Sezione di
Viterbo, sono fascicolati ben 3.877 nomi di associati, e che anche le più
piccole frazioni hanno avuto una sezione Ancr, come si può vedere nella serie
Sezioni del Fondo Federazione. La quasi totalità dei combattenti nelle
guerre del Novecento, a partire da quella di Libia sino alla Seconda guerra
mondiale, è stata iscritta Ancr, per un periodo più o meno lungo. La
documentazione conservata, infine, riguarda spesso anche i familiari dei
Combattenti: nella serie Assistenza per l’infanzia, ad es., per quasi un
quarantennio, troviamo informazioni sulla Colonia estiva e sui ricoveri nei
collegi per i figli dei soci. Dal punto di vista storiografico, risultano al
momento più interessanti le parti, ampliamente documentate nelle varie serie,
relative agli anni della Ricostruzione (1944-48), con la rinascita
dell’Associazione, la ricostituzione delle cooperative e le occupazioni delle
terre, in simbiosi con il partigianato, nel sentimento di riscossa morale e
sociale scaturito dalla Resistenza.
Con
il deposito della propria documentazione, accompagnata da un inventario, a cura
di Silvio Antonini, per la consultazione, la Federazione provinciale Ancr mette
un ingente patrimonio archivistico a disposizione di storici, studiosi e
semplici interessati. Un patrimonio
utile, già da oggi, per ricostruire, magari, le vicende dei propri cari che
hanno partecipato alla guerra, e domani, per ricostruire un importante spaccato
della storia sociale per la Tuscia del XX secolo.
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L’Associazione dei Combattenti e Reduci fu fondata nel 1919 dai reduci della Grande Guerra. L’idea nasceva a Milano, il 17 aprile del 1917, durante un’assemblea dei mutilati di guerra nei locali della Lega Antitedesca. In poco tempo, in molte parti d’Italia, si assistette alla formazione di numerose Sezioni che raccolsero un elevatissimo numero di aderenti. In poco tempo, in molte parti d’Italia, si assistette alla formazione di numerose Sezioni che raccolsero un elevatissimo numero di aderenti. Nel primo statuto associativo, stilato ed approvato nel 1919, veniva proclamata “l’assoluta indipendenza dell’A.N.C. da ogni e qualunque partito politico, pur non rinunciando l’Associazione ad assicurare il concorso dei combattenti all’azione politica e sociale, fa¬cendo propria la causa e gli interessi di tutto il popolo d’Italia.” Gli ex combattenti rivendicavano nell’ambito della collettività un’adeguata considerazione, non soltanto per i sacrifici sopportati durante la guerra e per i conseguenti danni ricevuti, ma anche per¬ché si proclamavano portatori di nuove idealità politiche. L’A.N.C., nell’autunno del 1924, si rifiutò di partecipare alle celebrazioni del¬la marcia su Roma. Inoltre, in occasione delle manifestazioni del 4 novembre i cortei patriottici furono, in molte località, aggrediti dal¬le squadre fasciste. In tale clima l’autonomia e l’indipendenza dell’A.N.C. erano segnati. Infatti, nel marzo del 1925, gli organi centrali nominati ad Assisi, vennero sostituiti da un triumvirato di nomina governativa. Mussolini si avvalse dei poteri di controllo sull’Associazione che gli erano stati conferiti dal decreto del 24 giugno 1923, e sciolse il Comitato nazionale sull’A.N.C., affidando Federazioni e Sezioni a commissari fascisti.
Dopo la Seconda guerra mondiale, una situazione analoga a quella del primo dopoguerra, aggravata dalla pesante sconfitta militare subita dall’Italia, tornò a verificarsi per la gran massa di disoccupati e per i licenziati delle industrie. Al malcontento della popolazione si aggiunse quello di reduci ed ex partigiani. Ci fu inoltre poca disponibilità degli ex combattenti e dei reduci verso i partiti in genere e verso una loro volontà di coagulo attorno ad un progetto politico, come era avvenuto nel 1919. In tale contesto, anche dopo la fusione con l’Associazione Na¬zionale Reduci della Prigionia (composta da quei militari che erano reduci dal fronte senza aver preso parte ad eventi bellici, o che erano stati fatti prigio¬nieri dopo le vicende dell’8 settembre 1943), l’A.N.C., assumeva un carattere prettamente assistenziale, non trascurando peraltro di prodigare tutte le sue energie per ottenere dalle autorità governative gli aiuti e le provvidenze — anche di natura legisla¬tiva — per consentire ai reduci di guerra e della prigionia il reinseri¬mento nella vita della Nazione.
Nell’ottobre del 1946 venne modificato il nuovo Statuto dell’A.N.C., e a Salerno, durante il congresso del 1947, venne approvata la nascita dell’A.N.C.R., Associazione Nazionale Combattenti e Reduci. L’Associazione è un organismo che si propone di: promuovere il culto della Patria, dei Caduti e della loro memoria; la difesa dei valori morali e delle istituzioni democratiche; l’affermazione della giustizia e del mantenimento della pace tra i popoli; la partecipazione alla soluzio¬ne dei problemi sociali del Paese; il riconoscimento dei diritti dei combattenti, la difesa dei diritti da essi acquisiti e l’assistenza ai propri associati per superare le difficoltà della vita.